La narrazione è uno strumento di cura

Conoscevo l’ospedale Evangelico Betania, prima di iniziare a dare il mio contributo. È stato emozionante quando ho iniziato a ricostruire la sua storia e cercare di mettere a fuoco la reason why profonda della narrazione che andavamo costruendo. Il primo passo non poteva che essere conoscere le intenzioni e le aspirazioni che l’opera conteneva quando fu fondata; per poi confrontarle con quello che era diventato l’ospedale passati 40 anni. Se questi 40 anni sono trascorsi tra la fine del XX secolo e il nuovo si tratta di un’era geologica, sono stati i 40 anni con i cambiamenti sociali e economici più rapidi di sempre, hanno trasformato profondamente abitudini e tessuto sociale. Si è passati attraverso riorganizzazioni socio-politiche profonde e tensioni sociali violentissime, che in una periferia urbana di una grande città lo sono ancora dipiù, ammesso che sia possibile. Tensioni che soprattutto nel settore della sanità hanno prodotto cambiamenti radicali.

Eppure nonostante i profondi cambiamenti, l’ospedale ha saputo conservare l’essenza della spinta iniziale che lo ha generato. Ci siamo arrivati presto, ci è bastato parlare con chi ci lavora, ci è bastato assistere e ascoltare la vita quotidiana della struttura che nonostante le sue dimensioni è in grado di erogare una notevole quantità di servizi, molto spesso ad uno standard qualitativo molto elevato.

Frame di una lunga campagna di storytelling interno realizzata all’Ospedale Evangelico Betania, finalizzata al riallineamento della narrazione d’impresa e degli asset di comunicazione.