Nel sudore del sonno sognai la mia genesi, erompendo
Per la rotante conchiglia, forte
Come nel trapano muscolo di motore,
Nella visione e nel nervo di ferro.
Dalle membra che avevano la misura del verme, respinte
Dalla carne increspata, limate
Da tutti i ferri che sono nell’erba, metallo
Di soli nella notte che liquefa gli uomini.
Erede a vene ardenti che contengono la goccia dell’amore, preziosa
Una creatura nelle mie ossa,
Girai il mio globo d’eredità, viaggio
Attraverso l’uomo, in prima marcia, che ha la notte a guida.
Sognai la mia genesi e nuovamente morii, shrapnel
Piantato nel cuore in marcia, strappo
Nella ferita ricucita e nel vento che si aggruma, morte
Con museruola sulla bocca che il gas inghiottì.
Nella seconda mia morte nitidamente segnai le colline, raccolto
Di cicuta e di stoppie, ruggine
Il sangue mio sui morti raddolciti, a forza
Dall’erba liberandomi per la seconda volta.
E alla mia nascita fu contagioso il potere, seconda
Resurrezione dello scheletro e
Secondo vestimento del nudo fantasma. Virilità
Sprizzò da dal ravvivato dolore.
In sudore di morte sognai la mia genesi, caduto
Due volte nel mare che si nutre divenuto
Del mare di Adamo stantio finché, visione
Di nuova forza umana, cerco il sole